Al terzo posto per l'impatto sul Pil delle misure assunte contro il caro energia c'è invece l'Italia, dove già a fine settembre 2021 venivano stanziati 3 miliardi per contenere gli aumenti in bolletta, cui se ne sono aggiunti altrettanti a dicembre. Solo le prime di una serie di misure che si sono concluse, per ora, a maggio di quest'anno, quando il governo ha stanziato altri 14 miliardi tra taglio delle accise sui carburanti e contributi per le famiglie contro gli aumenti dei costi energetici.
In totale, secondo Bruegel, questa crisi è costata all'Italia finora qualcosa come 37 miliardi. Una cifra analoga a quella della legge di Bilancio 2022, che pone il nostro Paese al terzo posto anche per quanto riguarda la spesa in numeri assoluti. La prima di tutte è stata la Germania, che nel giro di poche settimane ha ridotto dal 35 al 12% la quota di petrolio che importa dalla Russia e che in totale ha speso 43,2 miliardi di euro. Quindi c'è il Regno Unito, dove il conteggio si è fermato a 40,6 miliardi.
O, almeno, si è fermato finora. Il perdurare della crisi Ucraina e le sanzioni dell'Unione europea che iniziano a prendere di mira anche il petrolio russo, minacciano di impattare ancora a lungo sui costi dell'energia. E, di conseguenza, di far crescere l'impegno economico dei paesi europei per contenere l'impatto diretto su cittadini e imprese.
Fonte: www.wired.it