Novità e normative sui mandati diretti di energia e gas
Energia, nessun aumento: le bollette di luce e gas rimangono ferme fino a ottobre
Energia, nessun aumento: le bollette di luce e gas rimangono ferme fino a ottobre
Prima un nuovo aiuto per le famiglie, poi toccherà alle imprese. La tempesta sui prezzi dell’energia non si placa: ieri, sui mercati europei, le quotazioni del gas naturale sono tornato a superare i 145 euro a megawattora, sui livelli del marzo scorso e da inizio giugno sono salite di oltre il 60%. Inevitabile per il governo un nuovo intervento per scongiurare aumenti che avrebbero potuto superare il 40%, come ha sottolineato il premier Mario Draghi nel presentare il decreto approvato ieri, che stanzia altri 3 miliardi.
L’effetto è stato immediato. Le bollette dell’energia per il prossimo trimestre (e quindi fino al 30 settembre) sono state completamente sterilizzate: le tariffe dell’elettricità subiranno un aumento limitato allo 0,4 per cento, mentre quelle del gas naturale resteranno addirittura ferme. Il risultato è il frutto della conferma dei provvedimenti già presi in passato dal governo: azzeramento degli oneri di sistema per la luce (per lo più incentivi alle rinnovabili) e riduzione al 5% per l’Iva sul gas. Ai 3 miliardi del governo bisogna aggiungere una nuova tassa sugli operatori del gas che è servita all’Arera (l’ex Autorità per l’energia) per riformulare l’aggiornamento trimestrale delle bollette.
Se non fosse arrivato il decreto, gli aumenti sarebbero stati del 45% per le forniture di gas e del 15% per l'energia elettrica. Rincari che sarebbero andati a sommarsi alla corsa precedente delle tariffe: l'Arera ha calcolato che per la bolletta elettrica la spesa per la famiglia-tipo nel periodo compreso tra il 1 ottobre 2021 e il 30 settembre 2022 sarà di circa 1071 euro, +91% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente. Nello stesso periodo, la spesa della famiglia tipo per la bolletta gas sarà di circa 1.696 euro, con una variazione del +70,7% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell'anno precedente.
Ma gli interventi non finiranno qua. Draghi ieri si è impegnato per un nuovo aiuto alle imprese che arriverà fra qualche settimana. «Per le bollette abbiamo speso 30 miliardi dall’inizio dell’anno, con questi provvedimenti e quelli che prenderemo a luglio questo importo salirà ancora. L’intenzione del governo è proteggere il potere d’acquisto delle famiglie, e continuare a farlo con altri provvedimenti a luglio. E l’intenzione è anche di proteggere la competitività delle imprese, ora dovremo trovare gli strumenti più appropriati».
Il prossimo intervento potrebbe anche contenere un provvedimento allo studio e che il governo non ha fatto in tempo a inserire nel decreto di ieri: prevede ulteriori sconti alle famiglie con redditi medio-bassi, da introdurre in modo progressivo. Non c’erano i tempi tecnici per inserirlo nella revisione delle bollette annunciata ieri sera dall’Arera.
Tra le altre misure del decreto, si segnala l’intervento per completare il riempimento degli stoccaggi del gas in vista dell’inverno. Il governo vuole accelerare le operazioni, perché gli operatori in questo momento non stanno prenotando capacità nei depositi di gas per l’eccessivo livello delle quotazioni sui mercati internazionali. Ci penserà il Gse (Gestore servizi energetici) che comprerà fino a un valore di 4 miliardi di euro: per completare le operazioni è stato disposto un prestito in favore del Gse, che lo ripagherà con le future vendite del gas agli operatori. Operazione che, come si può ben capire, ha un rischio di mercato.
In tutto gli stoccaggi italiani possono arrivare a circa 17 miliardi di metri cubi (di cui 4,6 miliardi per le riserve strategiche) e mancano poco meno di 6 miliardi per arrivare al 90%. Nei giorni scorsi, ha provveduto Snam a completare la quota di acquisti che era prevista per il mese di giugno: ma Snam, in quanto gestore della rete, per le regole Ue non può anche essere un operatore di mercato.
Il terzo provvedimento di rilievo riguarda il contributo di solidarietà chiesto agli operatori del gas, che si aggiunge alla tassa sugli extraprofitti. Di cosa si tratta? Come già annunciato dal ministro dell’Economia Daniele Franco, verrà chiesto a chi fa attività di compravendita di gas un contributo pari al 10%. La base di calcolo è la differenza, se positiva, tra il “costo medio efficiente del mercato” come determinata dalla stessa Autorità e il “prezzo medio di importazione” risultante dai contratti dei singoli operatori. Il che tradotto, oltre i tecnicismi, significa che si farà un conto di quanto il gas è venuto in media a costare ai consumatori italiani, confrontandolo con i costi all’ingresso.
Fonte: www.repubblica.it